Chiesa di San Martino

Ultima modifica 23 novembre 2017

L’attuale chiesa di San Martino è la medesima che anticamente portava il nome di San Felice. La mutazione del nome avvenne in tempo molto posteriore alla sua fondazione. Per avere notizie di tale cambiamento, dobbiamo riferirci all’antica Pieve di S. Martino di Dusino, già esistente prima del 941. Le Pievi furono le prime vere parrocchie, ed ebbero pressochè tutti i diritti di oggidì. Erano centri di plebe, ossia di popolazione, dove si insegnava la religione ed anche le scienze civili.
Dal capoluogo della Pieve di S. Martino di Dusino, dipendevano altre parrocchie minori: cioè quella di S. Pietro, di S. Giovanni, di S. Andrea, di S. Secondo a Ferrere, di VaIfenera, di Villata, di Cellarengo, del Palazzo Valgorrera, di S. Felice in Villanova, di S. Paolo, di S. Pietro di Solbrito. Va qui pure ricordata la prevostura di Corveglia, che apparteneva ai monaci regolari di S. Agostino.
Nella seconda metà del 1500, la chiesa parrocchiale di S. Martino di Dusino, col relativo benefizio, veniva trasferita a Villanova e sottomessa all’autorità dell’Arcipretura.
Non sono chiare le ragioni che determinarono tale trasferimento. Certo, da allora, l’assistenza religiosa peggiorò per Dusino, e la Cappellania risultante, sotto il titolo di S. Rocco, doveva professarsi succursale di altra chiesa; e cioè, l’antica parrocchia, da madre era così diventata figlia dell’Arcipretura di S. Martino in Villanova.

Nel 1585, Mons. Angelo Peruzzi, vescovo di Sarsina (1), quale visitatore apostolico a Dusino, "non trova più la chiesa arcipretale, ma solamente la Cappella di S. Rocco, nella quale è celebrata la Messa ogni festa, da un sacerdote mandato e, spesato dall’Arciprete di S. Martino di Villanova, che ne ha l’obbligo, perché la sua Arcipretura, una volta era a Dusino" (2).

L’attuale chiesa di S. Martino, è di notevole dimensione, cioè m. 38,50 x 18,25 in planimetria, escluse le cappelle. L’architettura è in stile romanico lombardo, con colonne a fasci, e volte a crociera i cui spigoli a rilievo s’incrociano. La costruzione risale a circa il 1100. Le otto cappelle laterali, vennero costruite in tempi posteriori.
La facciata fu rimaneggiata totalmente, anche quanto a stile.
Il coro e il campanile sono del 1824. L’interno della chiesa è arricchito da numerose opere d’arte. L’altar maggiore, di marmo finissimo e di morbida fattura, lo eseguì il milanese Carlo Pellagata nel 1777. Degno di pregio, nel giudizio degli artisti, è un altro altare, di delicatissimo intaglio in legno, con molte statue di perfetta modellatura ed ornato, in purissimo stile barocco. La bellissima statua dell’Immacolata Concezione, in stile barocco, di splendida modellatura, eseguita dal Clementi, venne donata dal vescovo di Asti Faà di Bruno nel 1840.
Di gran pregio sono le tele dei Moncalvo, rappresentanti il Natale e l’Immacolata, e quella della Madonna del Rosario. Ma soprattutto va ricordata una tela rappresentante la Vergine con gli Angeli e Santi, attribuita giustamente a Macrino d’Alba.
Gli affreschi del presbiterio e del coro, buoni per disegno, vivacità ed armonia di tinte e ben conservati, furono dipinti dal Peretti nel 1825. La chiesa è pur fornita di paramenti e suppellettili preziose per fattura e materiale, conservate con diligenza, in ottimo stato.
Tutto il resto della chiesa, internamente ed esternamente, ebbe una radicale riparazione e decorazione in tempi recenti, prima dall’Arciprete Mons. Luigi Lanfranco, prelato domestico di Sua Santità, deceduto il 4 novembre 1941, poi dall’attuale Arciprete Rev. Don Bartolomeo Lanfranco, che porge esempio di sollecito zelo a vantaggio di questa popolazione.

(1) Sarsina Antica città dell’Umbria, in provincia di Forlì.
(2) Sac. Alessandro Pescarmona - Dusino, ricordi storici sulla antica Pievania di S. Martino ed attuale Prevostura di S. Rocco.